L'empatia la maturo, la faccio crescere come modalita' di essere, e quindi come capacita'.Entrare in empatia con un altro ha bisogno di alcuni passaggi tecnici. Devo essere capace di ascoltare efficacemente, senno' non ci entro in empatia. Io non mi porto dietro il dolore dell'altro, senno' ne sarei distrutto, ma lo condivido, qui e ora. E questo non e' un lavoro facile, perche' e' un lavoro che si fa su te stessi. Se io lavoro nella relazione efficace, intesa da Rogers, io metto in campo disposizioni personali, come la GENUINITA' AUTENTICITA', cosa significa? Essere se stessi, la modalita' di essere non puo' non far parte della formazione del counselor, il sapere e il saper fare, sono due tappe, e si deve anche saper essere.
Nel momento stesso in cui si scieglie di fare questa professione, scieglie di essere se stesso, nei propri limiti, nelle proprie capacita', di accettarsi, e di presentarsi all'altro cosi come e’. Questa non e' una disposizione naturale, e' una disposizione, personale, un atto di volonta' che si fa. Quindi non si lavora solo a livello di scienza, ma a livello cognitivo. La volonta' di essere cosi, e quindi non si indossa un camice per essere genuino, ma si diventa genuino. E’ il bisogno di rappresentarti agli altri cosi' come si e’.
Quindi si parte dall'accettazine dell’altro incondizionatamente. Che a volte non si presenta come e', perche' puo’ presentare delle resistenze ad accettarsi. Nel momento in cui, si riceve dall'altro un messaggio di aiuto, piu' o meno inconsapevole, piu' o meno, esposto verbalmente,( ma nella maggior parte delle volte il messaggio e' non verbale), si deve accettare l'altro incondizionatamente. Rogers dice che non divento, passivo rispetto all'altro, accetto l'altro come persona che si mette in discussione.
Il cliente, cerca una modalita' diversa di relazione con l'esterno, modalita' che lui non riesce a portar fuori, perche' ha una sua difficolta' non ha quelle capacita' interpersonali che lo consentono. Significa che il Counselor deve accettare l'altro senza pregiudizi, ma come persona che si mette in discussione e si vuole modificare. Ma questo non lo posso fare diventando suo dipendente, lo devo fare mantenendo me stesso, ma con la disponibilita' che e' quella di arrivare empaticamente nella relazione con lui.
Cosa intendiamo per empatia? Appena l'altro entra in relazione con noi ci modifica, ci apre. Il concetto di amore come quiete, Galimberti lo sovverte, l'amore non e' quiete, l'amore e' sovvertimento ed e' volonta’ di modificarmi e di modificare. Abbiamo delle resistenze rispetto a tutto cio' che mi invade e che richiede un nuovo equilibrio, e io devo accettare questo come presupposto.In questo lavoro, ci si deve rimettere in gioco, accettare di modificarsi , senno non lo puoi fare. Si devono far crescere le proprie abilita', e le proprie capacita' di opporsi, al materiale, inteso come relazione tutto cio’ che viene trasmesso, pero' si deve sapere che entrera' del materiale, che la propria struttura puo' non “digerire”.
I concetti di tranfert e controtranfert nel setting, si da per scontato che il/la cliente si possa innamorare o ti puoi innamorare, pero' si deve essere capaci di giocare questo ruolo. La formazione serve proprio a questo. Venti anni fa dicevano agli operatori , agli infermieri, tu non ti devi lasciare coinvolgere dal dolore. Ma come fai, e' impossibile non farsi coinvolgere, dal momento stesso che non si accetta di modificarsi, di vivere quel momento del colloquio, del setting, non accetti la relazione, e quindi non accetti la modificazione non si va in nessun posto.
Il Counselor, deve far crescere dentro il cliente, la sua personalita' e quindi la sua forza. Importante, per il Counselor, la supervisione attraverso tutto il percorso di formazione che fara’, servira' per far crescere queste capacita', che non sono capacita' che devono spingere al rifiuto dell'altro, ma capacita' che invece faranno prendere coscienza che il problema e' suo, e quindi nel momento stesso che lo lasci, porterai il ricordo, ma non ti porterai appresso il dolore. Oppure ti porterai quella quantita' che la tua struttura e' capace contenere.
Nel momento stesso che io mi porto la quantita' di disagio e di dolore, dell'altro, me la metto dentro, ma la posso digerire, non ho nessun stravolgimento, sto bene. Nel momento in cui l'altro entra nella mia struttura in modo tale da stravolgere la mia struttura, io non devo abbandonare, ma devo andare a rinforzarmi attraverso la supervisione. Di andare a far rivedere la mia capacita' di contenimento. Andare a ricaricarmi ( nella nostra professione ci deve essere una formazione continua) i professionisti la gente seria, va in supervisione continuamente, e tutto quel lavoro su noi stessi che serve a trovare energia, e tutta una serie di gratificazioni.
Non si puo’ pensare, alla relazione con l'altro tecnicamente, perche' nella relazione efficace, cresco io ma cresce anche lui. Nel momento in cui io lascio entrare te dentro di me, io cresco perche ' tu mi dai qualcosa che io non ho.
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