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Il Piccolo Principe
e Antoine De Saint-Exupéry

L'Amicizia, La Poesia del Piccolo Principe, e uno sguardo appassionato ad Antoine De Saint-Exupéry.



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e' molto semplice, non si vede bene che col cuore, l'essenziale e' invisibile agli occhi."
   

Recensione libro

(pag. 2/3)

Ma c'erano anche i quarantatre tramonti in un solo giorno ( come se il tempo si fosse cullato ai ritmi di un bambino "amante dei tramonti" ). Un bambino un po' solo si inventa degli incontri per poterli attendere, e se ne ha voglia, puo' dilatare la durata del giorno in modo da accumulare un numero sufficiente di quegli incontri.

Chi gli impedisce di credere che la luna e' tornata quarantatre' volte in ventiquattr'ore con il solo scopo di fargli piacere? Certamente non le leggi numeriche dell'astronomia, vizio degli adulti che non arrivano a comprendere cio' che non corrisponde a un calcolo.

 





E in effetti, e' soltanto a causa loro che la stella del Piccolo Principe e' catalogata come l' asteroide B 612: per credere alla sua esistenza, gli adulti non vorranno sapere se ci vivono delle farfalle, ma piuttosto conoscerne le dimensioni, il suo peso, la distanza... dei numeri...
Invece al Piccolo Principe bastava sapere che c'era la rosa. Delicata, molto delicata e malgrado cio' completamente affidata alle sensazioni del bambino.
E' lui che la innaffiava, e' lui che la difendeva dal vento e dalle grinfie degli animali. Era una rosa molto esigente.

Qualche volta il Piccolo Principe avrebbe voluto dimenticarla, ma in quel momento si rammentava di essere tutto per la rosa e se ne occupava di nuovo. Era a causa della sua bellezza che alla rosa tanto era dovuto e anche perche' il Piccolo Principe ne era responsabile. Era questo che la rendeva cosi' importante.
Sei anni e' l'eta' in cui si comincia ad andare a scuola. Quando un bel giorno, una signora mai vista prima, grassa con il viso largo , la maestra, esige, come se niente fosse, che si allineino su un foglio una serie tutta uguale di segni che, dice, formano la parola "imbuto". Non perche' quella donna sia meschina, ma perche' la vita e' cosi'.

Questo capita anche al bambino di sei anni che Saint-Exupe'ry era stato. Avrebbe preferito disegnarlo, lui, era un disegno facile quello. Ma gli adulti, compresa la maestra non ne avrebbero veramente voluto sapere, del disegno.
Sei anni e' l'eta in cui tutto d' un colpo il mondo si rivela senza limiti e in cui bisogna riuscire, che lo si voglia o no, a far passare questa immensita' sconosciuta attraverso l'apertura stretta dell' imbuto.
Ecco perche' il Piccolo Principe aveva dovuto lasciare la sua stella e la sua rosa. Per prendere a poco a poco conoscenza, cosi' e' la vita, di tutti gli altri pianeti che esistevano oltre il suo.

Difficili da capire, esattamente come i piccoli segni della parola "imbuto" scritta in corsivo, poiche' sui pianeti gli adulti, dimentichi per la maggior parte del piccolo mondo della loro infanzia, avevano adottato un ragionamento a circolo vizioso.L'ubriacone, per esempio, sul pianeta dove il Piccolo Principe aveva avuto l' occasione di passare, beveva per dimenticare che si vergognava. "Vergognava di che?" gli aveva domandato il Piccolo Principe. "Vergogna di bere!" Gli aveva risposto prima di cadere in un silenzio definitivo.

(pag. 2/3)