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Il Piccolo Principe
e Antoine De Saint-Exupéry

L'Amicizia, La Poesia del Piccolo Principe, e uno sguardo appassionato ad Antoine De Saint-Exupéry.



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e' molto semplice, non si vede bene che col cuore, l'essenziale e' invisibile agli occhi."
 

Novita libro raccontato da Stacy Schiff

La sua condizione di nascita e' riassunta da un' enciclopedia in due parole "Aristocratico decaduto". Antoine De Saint Exupèry incomincio' la sua vita professionale come venditore di camion. Nel 1929 si era distinto come pilota e aveva pubblicato il primo romanzo. Prima che fossero trascorso altri cinque anni, era disoccupato e viveva alla giornata.

Nel 1939 , con "terra degli uomini", vinse sia il National Award dell' American Association sia il Grand Prix du Roman dell' Accademie Française : sembrava sulla strada giusta per ottenere una poltrona all' Accademie Française.
 


Cinque Anni dopo le sue opinioni politiche- anzi la sua mancanza di opinioni politiche- lo resero "persona non grata", al punto che fu costretto a vivere in disgrazia ad Algheri, disperato e scomunicato, e i suoi libri furono censurati. Quello stesso, egli divento' il piu' famoso scrittore francese caduto nel corso della seconda guerra mondiale Aveva 44 anni. Saint-Ex, visse intensamente ma, sopratutto mori' giovane. Da cio' nasce il nostro interesse per lui , come per tutte le cose che finiscono prematuramente , dal Taitanic a Marilin Monroe. Il mistero che circonda la sua morte -cosi' nettamente prefigurata nel Piccolo Principe, il cui protagonista assiste ai 44 tramonti-ha ulteriormente alimentato il mito.

Essendogli sopravissuti molti amici eloquenti, Saint-Ex e' rimasto schiacciato sotto il peso di cinquant'anni di elogi. Questa valanga ne ha naturalmente provocata un' altra: coloro che si sono affaticati a ricordarciche Saint-Ex era un uomo e non un Dio si sono divertiti a farlo con il vetriolo. I detrattori non hanno fatto piu' dei cultori per rivelarci il vero Saint-Ex : anchessi si sono occupati solo della leggenda , di cui lo scriottore e' ormai doppiamente vittima . Sotto tutto cio' e' sepolto un uomo, senza dubbio non comune, ma neanche straordinario per le ragioni che ci hanno voluto far credere.pilota di indiscutibile audacia, Saint-Ex era tutt'altro che un aviatore indisciplinato. Trasporto' la posta solo per un breve periodo, meno di sei anni in tutto. Ebe un ruolo nell' epoca pionieristicadell'aviazione senza esserne uno dei protagonisti piu' famosi: fu piuttosto il Boswell della prima fase del volo moderno. A quanto pare , non amava molto la routine.

Mostrava una sorprendente mancanza di ambizione personale; era un "risoluto rinunciatario". Nella sua concezione , la disubbidienza rappresentava spesso la parte migliore del coraggio . le sue amicizie erano solide , ma composte in egual misura di lealta' e litigi. La sua storia sentimentale e' tormentata . Saint-Ex era un uomo di fortissima personalita' e di sicura genialita'. Ma poco di tutto questo filtro' nella sua vita tempestosa; solo una parte si trasferi' nell'opera. Egli dava probabilmente il megliodi se' quando, seduto a tavola, raccontava la sua "quasi morte" per sete nel deserto libicoad ascoltatori incantati ed esausti per una sorta di disidratazione simpatica. Nessuno di quelli che lo incontravano lo dimenticava. Come faceva un' aviatore a scrivere? O meglio come faceva un aviatore a scrivere liricamente come Saint-Ex? E come mai un aristocratico si trovava a fare il pilota postale?

Non c'e' nulla di predeterminatoin nessuna delle due carriere , e il mondo delle lettere e quello dell' aviazione -specialmente nella francia degli anni venti-erano piu' distanti di quanto potesse desiderare un uomo che partecipava di entrambi. In genere , le due professioni non si accompagnano bene: lo scrittore vive con un certo distacco dall' esperienza, che e' suo compito rielaborare ; il pilota lavora con la massima immediatezza, con assoluta partecipazione. Uno puo' ridare forma agli avvenimenti, l'altro deve gestirli sul momento. Per Saint-Ex le due professioni-come la vita e l'opera- erano inestricasbilmente legate. E' questo il vantaggio maggiore del suo biografo. la maggior parte dell' opera di Saint-Ex e'il giornalismo, romanticizzato, ma sempre autobiografico. Cio' che non e' giornalismo puro e semplice si decodifica comunque abbastanza facilmente.le sue pagine contengono poca fiction, poca "fantasia", e un vasto mare di fatti, e benche' Saint-Ex potesse essere distratto-dopo sei anni di matrimonio non riusciva a ricordarsi la data di nozze-, non reinventava il passatone' lo rendeva nebuloso.

Non era inaffidabile. Abbelliva i fatti, ma viveva anche per quel abbellimento, con un donchisciottismoche lo avrebbe portato alla morte. il modo in cui dava forma ai fatti che fedelmente raccontava ci dice su di lui tanto quanto i fatti stessi. Ci rende possibile immaginare le ore davvero cruciali della sua vita, quelle che passava da solo a parecchie centinaia di metri di quota, quelle che nessun biografo puo' indagare. le opere sono vere rispettoi alla vita -la mente dell'autore vaga sulla pagina esattamente come faceva sulla carlinga: una costruzione letteraria tipica di Saint-x e'" Su A stavo pensando a B" -, ma non sono documenti completi per conoscere l'uomo . Esse sono semplici, Saint-Ex non lo era.

L'angosciato autore di lettere petulanti, indignate e depresse non compare affatto nei primi libri. Anche qui i miti hanno il loro prezzo: il biografo di Saint-Ex si dedica ad indagare la provenienza del Piccolo Principe, il disarmante visitatore dell' asteroide B 612, eppure finora i cronisti della sua vita hanno finto che l'uomo che scrisse alcune delle pagine piu' tenere del nostro tempo non avesse vita privata, privata, solo un matrimonio senza gioia. Non e' facile capire il piccolo principe se si resta troppo legati all'ammantato crociato della tradizione; nello stesso tempo, se ci si attiene solo alle sue parolescritte, e' fin troppo facile perdere di vistaSaint-ex: la sua vita fu piu' ricca di quanto egli lascio' scritto, per quanto piu' povera di tutte le qualita' che rendono alata la letteratura, tanto piu' legata alla terra di quanto non sembra. Un' osservazione sul nome.

E' noto che spesso gli uomini famosi usano uno pseudonimo. Saint-Ex ammetteva di avere un "beau nom" e vi era abbastanza attaccato da proibire a due donne che lo condividevano-la sua sorella maggiore e sua moglie- di pubblicare con esso. ( entrambe alla fine gli disubbidirono.) Gli amici e i conoscenti dovevano pero' prendersi delle liberta' suo malgrado: dopo un' infanzia di soprannomi, fu trasformato dagli altri in "Saint-Ex", che divenne il pilota della leggenda . Egli fece solo una concessionesu questo fronte: quando si stabili' a New York, dopo il crollo della Francia, lo scrittore autorizzo' l'editore amenricano a inserire nel nome un trattino, per scoraggiare coloro che insistevano nel rivolgersi a lui chiamandolo"Mr Exupèry". Ho conservato in questo libro il tardivo trattino, per evitare la strana impressione che deriva dalla sua mancanza. " E' uno dei santi francesi?" chise nel 1940 un figlio di Charles Lindbergh a sua madre, che aveva ceduto al fascino del francese l'anno prima. Ridendo, Anne Morrow Lindbergh rispose che in effetti lo era , anche se non nel senso tradizionele del termine.