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Il Piccolo Principe
e Antoine De Saint-Exupéry

L'Amicizia, La Poesia del Piccolo Principe, e uno sguardo appassionato ad Antoine De Saint-Exupéry.



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e' molto semplice, non si vede bene che col cuore, l'essenziale e' invisibile agli occhi."
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Seminario: La Fenomenologia e il Counseling

Docente Prof. Roberto Zonta (Pag 1/10)

Acrobata ChagallLa scuola della psicoanalisi e' una storia lunga ormai cent' anni e oltre, ed e' una storia travagliata, che e' meglio non perdere di vista. La presunzione di Freud era quella di fondare una "Scienza naturale" lo scrive, lo ribadisce in molte occasioni nelle sue opere, ed e' un tentativo che gli epistemologi bocceranno clamorosamente. La prima bocciatura arriva dall' epistemologia positivistica, che e' proprio quella del suo tempo. Freud agisce negli ultimi anno dell'800 primi del '900, la filosofia che in Europa va per la maggiore e ' la filosofia di Comte, che assegna alla scenza naturale il luogo della conoscenza privilegiata, e lo conosciamo attraverso lo scientifico sperimentale, che non entra in questo ambito, non fa parte della conscenza che possa essere definita credibile. Freud vuole portare la psicoanalisi di peso dentro a questo ambito, delle scienze naturali.

La prima bocciatura arriva dai positivisti, che non accetteranno mai questo sforzo Freudiano. Il dramma di Freud e' quello di tentare questa operazione, di mettere in campo un ultimo tentativo di farsi accettare epistemologicamente tradendo se stesso. La Psicoanalisi e' scienza che dovrebbe indagare sugli affetti, negli ultimi scritti Freud dira' che gli affetti sono ingannevoli, e allora "Ove era l'ES ivi sia l'IO" . Ci auguriamo che in un certo momento della storia dell' uomo, la ragione diventi la caratteristica primaria, una regressione platonica clamorosa. L'atra grande bocciatura, che arriva dal Falsificazionismo Popperiano, che dice: " La psicoanlisi non puo' essere ritenuta una scienza naturale, perche' non e' falsificabile". Le asserzioni Psicoanalitiche Freudiane, non sono falsificabili.

La terza grande bocciatura arriva da Grunbaum, il critico piu' feroce della psicoanalisi, ma l'epistemologo che tutto sommato apre una porta possibile, nel momento in cui, la psicoanalisi, riuscira' a dimostrare, che i suoi dati hanno
valore empirico, a quel punto lo accetteremo nell'ambito delle scienze naturali. Per ora no, non puo' essere considerato. Dopo queste batoste epistemologiche, troviamo un marasma di filoni incredibile. Tutto un filone ortodosso, seguaci di Freud che fanno finta di niente, a fronte di questi attacchi cosi' pesanti, loro
continuano semplicemente a lavorare secondo ortodossia. Ma qui dobbiamo aprire un' altra parentesi, secondo ortodossia vuol dire accettare la metapsicologia freudiana nella prima topica e la seconda topica, quando si parla di inconscio, preconscio, coscienza, le dinamiche della censura, i meccanismi di difesa.

Quando poi nella seconda topica si parla di ES, Io e Super Io e sopratutto di rimozioni, e di meccanismi difensivi. Il tutto collocato su un piano metapsicologico, teorico. Una teoria che dovrebbe poi essere agita sul piano pratico, clinico, psicoterapico. Cio' che , ma non scandalizziamoci piu' di tanto, non e' mai
successo. Nella storia della psicoanalisi, troviamo lavori importanti, di riflessione metapsicologica, a partire da Freud, ma poi troviamo, che la pratica clinica e' tutt'altra cosa. Se dovessimo essere sufficentemente attenti, dovremmo assegnare il ruolo di primi Fenomenologi, in psicologia proprio allo stesso Freud, ma poi
anche i suoi seguaci ortodossi. Sul piano clinico pratico, la relazione autentica ha sempre badato ad ascoltare, a conprendere, a stabilire un rapporto con il paziente, Ma quel paziente, con le sue carateristiche.

Nessun terapeuta, mai in psicoanalisi si e', preoccupato rigidamente di catapultare il proprio paziente dentro alla metapsicologia. Dentro alla teoria, per cui ecco, immaginate, questo andare un po' tanto schizofrenico, per cui da una parte si teorizza, e dall'altra parte si fa terapia. La cosa e' durata fino agli anni 40/50. L'ultimo che ha dato alla teoria freuidiana in senso metapsicologico, una sistemazione straordinaria, e' l'americano Rapaport. La cosa che vediamo e' questa, gli stessi allievi, di Rapaport cominciano a pugnalare il maestro, e naturalmente attraverso il maestro, l'ortodossia Freudiana, da li parte
un altro indirizzo, che poi chiameremo relazionale nelle varie forme. Allora, qualcuno fa finta di niente, continua a fare il terapeuta, tenendo in tasca come buona, la metapsicologia Freudiana.

Qualcuno, va contro a questa metapsicologia e comincia a badare alla clinica sopratutto in senso relazionale, aprendo un filone che recupera l'esperienza culturalista americana, sopratutto di Fromm, Sallivan, Ericson.
L'esperienza, definita poi "Relazione D'oggetto" di Melania Klein. Mettendo insieme la scuola americana e quella inglese, gli stessi alievi di Rapaport, cominciano a teorizzare, su un altro modo di fare terapia, lasciando vuoto il luogo della metapsicologia. Per cui quello che si nota in questo filone e' che la
preoccupazione metapsicologica viene messa da parte. Gli oprtodossi continuano a far finta di niente, tengono cara la teoria freudiana. Troviamo l'altro filone, che si chiama il filone "Costruttivista". Se dovessimo fare riflessioni, su una fenomenologia mascherata, che gia' troviamo in Freud e nei suoi allievi,
sull'esperienza relazionale , che poi diventera' l'esperienza della relazione d'oggetto, dell' intersoggettivita', della psicoanalisi interpersonale, li' la presenza della fenomenologia e' potentissima.

Gli psicoanalisti, quando sono andati in crisi per i fendenti portati dagli epistemologi, hanno cominciato a rastrellare, dall' ambito filosofico, molto materiale, sopratutto nell' ambito fenomenologico-ermeneutico. Hanno portato, di peso
l'esperienza secolare, della fenomenologia e sopratutto dell'ermeneutica, l'hanno portato nell' ambito della psicoanalisi, e hanno fatto in modo che questi approcci, diventassero di fatto il metodo, per fare terapia. Per noi, il metodo, per fare Counseling. Oggi dobbiamo cercare di capire, cos'e' Fenomenologia, e perche' e'
importante questo discorso, dal momento che dobbiamo lavorare all' interno della relazione d'aiuto. Resta aperto ancora il grande problema, vedremo che gli stessi filosofi, ci invitano a riflettere sul fatto, che facciamo fenomenologia con le finalita', che adesso piano verranno chiarite. Ma, importante, e' fare di tutto per dare giustificazione, teorica, al nostro fare fenomenologia.

Fare teoria, individuare teoria, significa, per i fenomenologi in filosofia, riuscire ad individuare, le strutture di base, gli "A-priori" di base, che definiscono la realta' umana. Quindi, l' "A- priori" teorico, che i filosofi tentano di mettere a punto, e'
un "A-priori" filosofico, e quindi logico. Il filosofo non puo' fare altro. Noi abbiamo parlato di Freud che inventa una disciplina, partendo dagli affetti. Freud, tradira' gli affetti. Che lui stesso ha individuato con tanta acutezza. Oggi ci chiediamo, gli affetti sono da recuperare? Sono da individuare con chiarezza? L' "A-priori" strutturale, che definisce, l'essenza della natura umana, e' un "A-priori" logico, o e' un "A-priori" affettivo? Quando noi facciamo fenomenologia, con i modi che diremo, partiremo da un "A-priori" affettivo, o da un "A-priori" logico? E l'"A-priori" logico, che troviamo in filosofia, lo dobbiamo scartare? O per noi diventera'
l' "A-posteriori" , rispetto all' "A-priori" affettivo?

Noi coi nostri clienti, dobbiamo fare filosofia, dobbiamo ragionare, usare la parola, e' lo strumento del luogo della mente, e possiamo definire, luogo del
logico, del razionale. Il counseling e' chiamato ad usare questo strumento chiaramente. Come fare Fenomenologia, partrendo da un "A-priori" affettivo, che ci porta necessariamente a un "A-posteriori" logico? Mettendo insieme, quindi, l'esperienza psicoanalitica, probabilmente relazionale, e naturalmente,
l'esperienza logica dei filosofi. Cosa che in psicoanalisi e' stata fatta abbondantemente, avendo comunque gli psicoanalisti, trascurato il discorso metapsicologico, che ci invita ad iundividuare con chiarezza, le
strutture portanti la realta' umana. Cosa che se non riusciamo ad individuare, sul piano fenomenologico con i nostri clienti, riusciremmo al massimo ad accumulare notizie, sulla loro vita, sulle loro esperienze, su quello che e' successo dalla nascita in poi, ma sarebbe soltanto un accumulo di notizie, non giustificato sulla base
di un "A-priori" di strutture, di segni, di forme che , naturalmente possono allora correttamente, giustificare il nostro fare fenomenologico.

Se noi al di la dell' indicazione filosofica, che utilizziamo a posteriori, mettiamo a priori il nostro affettivo, che legame dobbiamo individuare tra l'affettivo e il logico, tra l'apriori e l'A-posteriori? E' un legame che deve essere assolutamente giustificato, tenteremo di battere questa strada ancora una volta: Un "A-posteriori" logico che si giustifica assolutamente ed esclusivamente sull' "A-priori" affettivo.Torneremo a dire della teoria onirica, della conoscenza e del linguaggio.



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