Cerchiamo di arrivare ad un caunselor pluralista, cioe' io non posso pensare di cambiare le teorie, nelle varie psicoterapie, posso trovare sempre i riferimenti. Per esempio nel caso delle fobie, con la psicanalisi, ci vogliono anni per risolvere il problema. Con i sistemi comportamentisti, attraverso il decondizionamento e il ricondizionamento, arrivo alla soluzione del problema abbastanza velocemente. Dice Carkhuff nell' arte di aiutare, nella relazione con l'altro, e dell' approccio relazionale, che mi permette di poter lavorare con l'altro, io non vado a risolvere i problemi dell' altro. Non gli vado a dire cosa deve fare, ma utilizzo le sue capacita', lo aiuto ad utilizzare le sue capacita', che in qualche modo , dormono, sono represse, sono in qualche modo "condizionate" dallo stato di fragilita' della persona. In qualche modo daro' a lui la possibilita' di specchiarsi su di me, e avere la refrazione della mia risposta, secondo la tecnica dello specchio.
Io specchio rifletto cio' che l'altro mi comunica, per fare questo chiaramente ,lo devo "guardare", con attenzione e concentrazione, e senza atteggiamenti seduttivi. (In ogni relazione c'e' tranfert e controtranfert).
Dobbiamo imparare a diventare ascoltatori . Vediamo quali azioni compie l'altro, perche' per conoscere l'altro, io devo in qualche modo entrare nell'altro, ma per
farlo io devo liberare me, mettere da parte me. Devo imparare a gestire il tranfer, passo da quello che e' il sentimento dell'altro, che in qualche modo mi trasmette ("impone") alla liberazione da parte mia, verso la conoscenza, ma io per conoscerlo devo liberarmi da questo tranfert. Nell'approccio sistemico, ma in tutto l'approccio relazionale, io ho dei pregiudizi di cui una parte conscia e una parte inconscia, e devo gestire anche quelli. E' importante che io porti alla coscienza il fatto che io ho dei pregiudizi, tutto cio' che mi puo' impedire il confronto con l'altro e' nel mio vissuto, nella mia struttura. Allora, se io non mi esercito, ad ascoltare l'altro mettendo (da parte per un momento me stesso, non alienandomi. In questo caso io devo andare a quelle che sono le disposizioni personali, io devo avere la volonta' di ascoltarlo).
Per ascoltare efficacemente io devo compiere delle operazioni che partono dalla volonta' che ho di entrare nell'altro e viceversa, cioe' dall'accoglienza dell' altro, questo e' il pre aiuto. Se non c'e' questo io non potro' mai mettere in relazione di aiuto, devo permettere che l'altro entri nei miei pensieri, pero' i miei pensieri non possono partire dicendo, questo e' bianco, questo e' nero, devo partire dall'incolore e trovare insieme con lui il colore, senno non ci arriviamo. Allora , io non escludo me, la mia idea, la mia etica la mia fede, non la alieno ma io entro dentro liberamente dando la possibilita' all'altro di entrare in me, occupandomi, essendo certo che questo non mi distruggera' ma mi fara' crescere. Arrivando poi in un confronto di relazione tale che lui avra' fiducia in me e viceversa.
Quando ci mettiamo in relazione con l'altro, possiamo confermare l'altro nel senso che io ti accetto cosi' come ti presenti a me.
Oppure possiamo rifiutarlo , ma nel rifiuto , ammettiamo la sua esistenza, pero' cosi' come tu ti presenti a me non mi piaci, possiamo disconfermarlo, tu per me non esisti, non ti voglio ascoltare, ci sono implicazioni psicologiche, nella disconferma. ( esempio di disconferma, non guardare per tre anni un alunno in classe). Nel couselor, nel momento del confronto, io faccio rilevare le incongruenze , non nella disconferma , ma nel far notare l'incongruenza tra cio' che fa e cio' che dice. Ma devo prima andare in accettazione per arrivare ad un confronto, perche' se l'altro non si sentira' sicuro con me, ogni volta che io gli diro' come la penso, lui si sentira' giudicato. E il giudizio alzera' la barriera, per cui lui non parlera' piu' oppure comincera' a mentire.
C'e' la comunicazione non verbale, anche in questa ci puo' essere incongruenza, nel senso che io ti posso guardare in un certo modo, posso chiudere la mia postura, il messaggio e' occhio, io ti guardo pero' , non e' vero che ti sto confermando, perche' ti sto semplicemente accogliendo con il mio sguardo, pero' ti chiudo perche' mi hai stancato. Quindi anche nel non verbale, non puoi guardare la parte ma tieni conto di tutto cio' che l'altro ti sta trasmettendo.
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